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Il turbocapitalismo dominante si basa su di un pensiero semplice: calcolare, sfruttare, disumanizzare. Oggettivamente il pittore dell'immaginario, con la complessità della sua riflessione, si pone contro il potere che ci assedia e che intende spegnerci. Gli artisti che affrontiamo in questo modesto e succinto lavoro (Franco Ferrari, Mario Moretti, Marilisa Pizzorno), sono senz'altro dei "frequentatori assidui dell'immaginario". Ora è evidente, a nostro parere, che l'arte, tutta l'arte, comprese le Neoavanguardie nella loro fase più rivoluzionaria, non possono scalfire il potere del capitalismo assoluto. L'arte, tutta l'arte, può solo testimoniare un uso non unidimensionale della mente e del cervello.